Leggo su Repubblica del 26 gennaio: «Il ministero invita le scuole agli Stati Generali della Natalità.
La rivolta degli studenti: «Non vogliamo la propaganda della destra nelle aule del Paese»
Sottotitolo: «La Rete degli Studenti Medi: “Non si convincono le nuove generazioni dell’importanza di avere figli attraverso convegni sterili, piuttosto servono garanzie concrete”»
La cosa mi incuriosisce, e procedo nella lettura: «Il Ministero dell’Istruzione ha inviato una circolare a tutti i dirigenti scolastici invitando le scuole alla IV edizione degli Stati Generali della Natalità. Un’occasione, a quanto si legge nella circolare, per riflettere sulle problematiche della denatalità e immaginare delle soluzioni.
“È sconcertante l’arrivo di una circolare simile all’interno delle nostre scuole – dichiara Paolo Notarnicola, Coordinatore Nazionale della Rete degli Studenti Medi – L’edizione dello scorso anno ci ha mostrato come si tratti di uno spazio fondato sul binomio donna-madre, utile solo a dare spazio in contesti istituzionali a tesi pro-life e antiabortiste, oltreché alle folli argomentazioni etniche del ministro Lollobrigida. Non vogliamo la propaganda della destra nelle scuole del Paese: il ministro Valditara ritiri l’invito!”»
Ma il «presidente della Fondazione per la Natalità sottolinea come si tratta di una iniziativa nata cinque anni fa e vissuta attraverso vari governi, a cui hanno partecipato ministri di diverso orientamento. “È un’occasione che unisce il Paese, senza alcuna strumentalizzazione”».
(In effetti, nel maggio del 2021, quando si tenne la prima edizione degli “Stati Generali”, al governo c’era Draghi; e pochi mesi prima vi sedevano i giallorosa).
Voglio approfondire.
Vado sul sito dedicato all’evento nel quale si legge, scritto in grande: «Allarme culle vuote».
E, sotto: «“Inverno demografico”, “culle vuote”: tante definizioni e poca concretezza, fino ad ora, intorno a un tema da cui passa il futuro del Paese. Il declino demografico avviatosi dal 2015 è stato accentuato dagli effetti dell’epidemia Covid-19.
Il nuovo record di poche nascite (392.598 nascite nel 2022) e l’elevato numero di decessi (più di 700mila), mai sperimentati dal secondo dopoguerra, aggravano la dinamica naturale negativa che caratterizza il nostro Paese.
Stati Generali della Natalità è un evento organizzato per:
– riflettere su un tema capace di unire tutto il Sistema Paese;
– provare a fare proposte concrete per invertire il trend demografico;
– immaginare una nuova narrazione della natalità.
(…)
Il nostro sistema economico è in serio pericolo.
(…)
I figli sono un dono, ma rappresentano anche un capitale umano, sociale e lavorativo
(…)
Un figlio non è un bene privato, ma un bene comune che genera futuro e speranza.
Intanto, il sistema di welfare italiano è detto “a ripartizione”, ovvero fondato su un forte patto intergenerazionale: la sua sostenibilità è garantita dal fatto che gli attuali contribuenti, con la corresponsione dei loro tributi, sostengono le prestazioni pensionistiche di coloro i quali sono già in pensione; a loro volta, questi cittadini che oggi sostengono tale impianto vedranno pagate le proprie pensioni grazie ai giovani lavoratori del futuro, e così via.
Con meno nati e quindi con meno contribuenti risulta facile prevedere il collasso di quei pilastri fondamentali su cui regge il nostro Paese, come il sistema scolastico, la sanità pubblica, le pensioni».
Ci si dimentica di dire che la popolazione mondiale, in continuo aumento, ha superato gli otto miliardi di persone (eravamo solo un miliardo due secoli fa); che in Italia il sistema pensionistico “a ripartizione”, messo in crisi dalla diffusione del lavoro precario e del lavoro nero, è in via di sostituzione con quello contributivo; ma soprattutto che, se al nostro Paese dovesse servire un maggior numero di giovani, basterebbe lasciarli arrivare dai continenti, come la vicina Africa, dove sono numerosissimi.
Ma forse la loro pelle è troppo scura, per i gusti dei nostri governanti (passati e presenti).
Luciano Nicolini